La Storia

della Frazione

Madonna dell’Olmo

Madonna dell’Olmo, con i suoi 4046 abitanti, secondo le ultime rilevazioni del Comune, è di gran lunga la più popolosa delle frazioni del Capoluogo, dal quale dista 3,22 km. E’ situata nella pianura alla sinistra orografica del fiume Stura, all’altezza della confluenza di questo con il torrente Gesso. Il suo territorio è attraversato e interessato da numerose vie di comunicazione, tra cui le due arterie principali che mettono in collegamento Cuneo con Torino e i principali centri della Provincia. Al confine con la vicina frazione Ronchi vi è l’accesso all’autostrada  A33 .

Uno sguardo al passato…

Il territorio su cui sorge Madonna dell’Olmo è da sempre in una posizione strategica. Si affaccia come un balcone con vista panoramica, sulla Città, con la cerchia delle montagne alle sue spalle. Da lì si poteva ammirare, fin da tempi remoti, lo skyline di Cuneo, con le torri, i campanili, le mura. La stessa zona è sempre stata, però, coinvolta fatalmente nelle vicende cittadine, dalle invasioni, al passaggio di eserciti assedianti, allo scambio di merci e, in tempi attuali, dal traffico incessante e congestionato.
Sono scarse le tracce di un passato più lontano, anche se si può dedurre che in queste campagne passassero i commerci e le strade che da Alba Pollentia romana si diramavano verso Forum Germa.. nella zona di Caraglio e verso le vallate alpine e l’antica Gallia. Gli studiosi dicono che tracce della centuriazione romana siano ancora visibili nella suddivisione dei terreni agricoli mentre in zone limitrofe, verso Centallo, i ritrovamenti archeologici parlano di insediamenti antichi.

“Il territorio su cui sorge Madonna dell’Olmo è da sempre in una posizione strategica.” 

All’inizio del 1200 gli abitanti di queste zone erano riuniti nel villaggio di Quaranta, o Caranta, nei pressi di San Benigno al Grana. Da lì, per motivi difensivi e per affrancarsi dal dominio dei Marchesi di Saluzzo, si spostarono verso le rive di Stura, nei pressi di Santa Maria del Fonte, l’attuale Madonna della Riva, fondando Quaranta Giovane e contribuendo all’edificazione di Cuneo. Sempre In questa zona della Sinistra Stura ha origine antiche la Cappella di San Giacomo che fece parte a lungo del territorio di pertinenza della nostra frazione. Il nome di Madonna dell’ Olmo compare la prima volta nel 1445, tra le pagine degli Antichi Catasti cittadini. Qui si legge che un certo “ Bartolomeo de’ Genoni di Cuneo possiede un alteno (una vigna) a Cerrealdo, coerente a Nostram Dominam de Urmo (Nostra Signora dell’Olmo)…”, una cappella quindi dedicata alla Madonna che doveva sorgere tra le vigne, coltura che si stava diffondendo lungo tutta quella zona, degradante verso Stura.

Fra i secoli…

Fra i secoli XV° e XVI° le campagne poste a Sinistra della Stura stavano intanto subendo importanti trasformazioni. Da “gerbido”, ossia zone in gran parte incolte, aride, invase dai rovi, grazie a  grandi opere di canalizzazione che derivavano l’acqua dal fiume nelle zone a monte, divennero campi fertili e messi a nuove colture. Furono scavati con opere ciclopiche di idraulica , i canali Roero, Boccabianca, Morra, Corva., Miglia che presero nome dai loro finanziatori e che ancora scorrono nelle campagne cuneesi. Queste si popolarono via via di “ tetti”, di “chiabotti”, le tipiche costruzioni rurali abitate da fittavoli e mezzadri. Spesso, accanto alle modeste abitazioni dei contadini, vennero costruite prestigiose ville di campagna ad opera dei proprietari terrieri provenienti dalla nobiltà cittadina. Le ville Ricci des Ferres, Colombaro San Michele (ora sotto Cerialdo) villa Tornaforte (con il grande polmone verde vicino al Santuario), villa Dalmasso di Garzegna conservano ancora in parte l’aspetto originario.

“Il nome di Madonna dell’ Olmo compare la prima volta nel 1445, tra le pagine degli Antichi Catasti cittadini.”

A periodi di pace si alternarono anni travagliati e drammatici in cui Madonna dell’Olmo fu “zona di guerra”, soprattutto durante i numerosi assedi alla città di Cuneo, ben cinque, prima del più devastante, quello del 1744, quando le truppe franco-spagnole assedianti vennero a battaglia campale con l’armata piemontese dei Savoia accorsa in difesa di Cuneo. La Battaglia lasciò sul terreno oltre 5000 morti, campagne sconvolte da trincee e gallerie che andavano dalla Chiesa alla salita di Madonna della Riva, senza contare i cannoneggiamenti e le esplosioni.
Altre modificazioni all’assetto del territorio le avrebbero comportate le grandi opere pubbliche, dal tracciato della ferrovia, che giunse a Cuneo nel 1854 da Torino e che determinò lo scavo e lo spostamento di grandi masse di terreno che modificarono l’aspetto delle rive verso Stura, la zona del Santuario della Madonna della Riva e la viabilità. A questo fece seguito la costruzione della Stazione ferroviaria sull’Altipiano, con il nuovo tracciato che attraversava in diagonale il paese.
Le due Guerre Mondiali non risparmiarono vittime tra le generazioni più giovani, come testimonia il Monumento ai Caduti, inaugurato di recente in centro frazione. Fino agli anni ’60 Madonna dell’Olmo è stato un paese a vocazione agricola, con alcune attività artigianali a conduzione famigliare o con pochi addetti, ad eccezione dello Stabilimento della cartiera Celdit. Le abitazioni si concentravano nelle vicinanze della Chiesa parrocchiale, lungo la via Colmata, ora via Crissolo, il cui tracciato originario portava allo storico Pilone di San Grato e proseguiva verso Busca.

La Chiesa: da santuario a grande parrocchia

Per Madonna dell’Olmo il sorgere del Santuario è stato l’elemento che ha determinato anche la nascita del paese stesso e non viceversa. Da quando, nel 1593, tra le rovine dell’antica cappella, la Vergine restituì la parola ad un pastorello sordomuto, riprese vigore la devozione a Maria con la ricostruzione e l’ampliamento della chiesetta e la venerazione dell’immagine miracolosa della Vergine che allatta il Bambino tra i Santi Francesco e Bernardo da Mentone. Presto la notizia di grazie e miracoli doveva attirare folle di devoti da zone limitrofe e lontane, anche d’oltralpe. Accanto alla cappella sorse da subito il convento retto dagli Agostiniani di Genova e, il 5 agosto del 1595 venne posta la prima pietra di quello che sarebbe stato il nuovo e più grande Santuario, progettato da Ercole Negro di Sanfront, prestigioso architetto militare dei Savoia. Pur tra molte difficoltà, fu la Città di Cuneo che si fece carico della costruzione: il santuario venne terminato, nelle sue linee essenziali, nel 1609. Nel 1621 venne eretto il campanile e, nel 1648, la cupola. Per 200 anni il vicino convento ed i suoi frati garantirono le cure spirituali e materiali del Santuario ed educarono i figli cadetti di molte nobili casate cittadine, tra cui i Lovera, i Morri, i Rabbi, i Bovis, alcuni dei quali vestirono l’abito religioso.

“Nel 1593, tra le rovine dell’antica cappella…” 

Nel 1799 la chiesa di Madonna dell’Olmo fu saccheggiata dalle truppe napoleoniche e nel 1802 furono soppressi gli ordini religiosi, gli agostiniani vennero ridotti allo stato laicale e i beni del convento furono incamerati dallo stato. Nel 1810 un frate converso, Clemente Aime da Roaschia, riscattò con i propri beni la chiesa, facendone donazione ai “particolari”, cioè ai possidenti del paese. Nel 1825 Madonna dell’Olmo venne eretta in Parrocchia sotto la diocesi di Cuneo guidata dal vescovo Amedeo Bruno di Samone.
La chiesa presenta una semplice ma bella facciata in stile rinascimentale ed ha sopra il portale un affresco con la Madonna miracolosa. L’interno ha un’unica alta navata, a croce latina, sormontata dalla cupola ottagonale. L’abside, aggiunta alla chiesa nel 1905, è seminascosta dal fastoso pilone settecentesco che include l’antico affresco, incorniciato da un soffitto a cassettoni, dove la Madonna è raffigurata sotto un olmo, con due santi ai lati. L’interno della chiesa, nel corso del tempo, è stato modificato per renderlo più conforme alle esigenze del culto. E’ stato spostato l’altar maggiore, originariamente al centro, sotto la cupola. Sono stati aboliti i molti altari laterali ed è stata sostituita la pavimentazione, ora in marmo. Le pareti alloggiano alcune tele, tra cui, le più importanti sono quella nel braccio destro della chiesa, raffigurante S. Ugo, vescovo di Lincoln, tra i beati Ancelino e Stefano e la tela nel coro, con i santi certosini Bruno, Guglielmo e Giovanni Birello, opere attribuite ad Antonino Parentani, pittore del ‘600 attivo presso la Corte dei Savoia e alla Certosa di Pesio, da cui probabilmente i quadri provengono.

Oggi a Madonna dell’Olmo…

Nel giro di un cinquantennio, a partire dagli anni’60, il paese si è trasformato radicalmente. I nuovi insediamenti industriali, artigianali, commerciali, tra cui la Micheli, hanno avuto un ruolo preponderante, determinando una richiesta di alloggi e di servizi con un conseguente forte incremento del numero degli abitanti. Questo, se da un lato ha dato nuovo impulso al paese, non sempre ha creato e mantenuto l’aggregazione e il senso di appartenenza che è riscontrabile in altre realtà più piccole. A ciò si aggiunge il fatto che il paese si trova su un crocevia di strade e i vari quartieri risultano lontani e divisi logisticamente tra loro. Le diverse componenti, civili e religiose, non hanno mancato di promuovere iniziative e suscitare servizi volti a migliorare e promuovere lo “stare bene” a Madonna dell’Olmo.
La frazione ha al suo attivo diverse realtà: la Scuola dell’Infanzia e le Scuole Primaria e Media che raccolgono un bacino di utenti ben oltre i residenti. Altre possibilità di aggregazione sono garantiti dal Centro Incontri per gli anziani e dalla Pro Loco, con un team giovane e rinnovato. Sono presenti una farmacia, l’ufficio postale e quattro sportelli bancari, oltre a ristoranti, bar e pizzerie. Con i servizi essenziali in paese operano una serie di esercizi commerciali di vario genere che vengono incontro alle esigenze più frequenti. Nei locali parrocchiali ha trovato spazio una biblioteca aperta al pubblico.
Il centro del paese è rappresentato dalla Piazza della Battaglia, un’area a disposizione per il mercato settimanale e per esigenze di ritrovo, di divertimento e…di parcheggio.

A proposito di sport…

Sono lontani i tempi in cui, per i giovani e i meno giovani, lo sport più praticato erano le partite di pallapugno o pallone elastico, nella versione più casalinga della “pantalera” dove, nei ritagli di tempo, con l’aiuto di un asse inclinato o, più semplicemente, una tettoia, venivano giocate partite nei cortili o nelle vicinanze della allora scuola Elementare…

“… venivano giocate partite nei cortili…” 

Ora chi a Madonna dell’Olmo vuole praticare sport ha a disposizione spazi più consoni che vanno dai campi di calcetto presso il quartiere La Torretta, alle attrezzature dei campi di Via della Battaglia (località Piccapietra) che vengono incontro alle esigenze di varie discipline . Nelle vicinanze della Scuola Primaria e della Scuola dell’Infanzia, per i ragazzi della parrocchia e le loro attività, funziona un campetto attrezzato con erba artificiale, per tutta una serie di giochi e gare.